La passione ribelle
Un libro dal sapore amaro, che cerca di svegliare chi lo legge con un forte scossone. L’ora di risollevare la scuola dalle sue incongruenze, dice Paola Mastrocola, è arrivata. E non si può aspettare ancora.

per chi è?
Consigliato ai ragazzi delle superiori, ma anche a chi di scuola si interessa da poco o da sempre.

chi l'ha pubblicato?
Editori Laterza, Roma-Bari.


chi l'ha scritto?
Paola Mastrocola, scrittrice italiana di successo, insegnante e appassionata ricercatrice. Tra i suoi libri più famosi ricordiamo: Una barca nel bosco (2004), La scuola raccontata al mio cane (2004), L’esercito delle cose inutili (2015) e… Davvero molti altri!
La passione ribelle di Paola Mastrocola
I tuffi – da un trampolino di una piscina o da uno scoglio roccioso del mare – generano sempre un po’ di paura. Ma quant’è liberatorio, una volta vinta l’esitazione, immergersi del tutto nell’acqua, per il solo gusto di stare lì, nel suo abbraccio?
Un’immagine simile potrebbe intrufolarsi nella mente di chi legge il libro di Paola Mastrocola, quando l’autrice racconta della sua Passione ribelle per lo studio. Infatti, questo profondo e sottile libro – in prima battuta autobiografico – è talmente efficace nel rievocare la dolci e impegnative sensazioni che si provano quando si è immersi in un’attività importante, da riuscire a far venire quasi voglia a chiunque di emulare Leopardi, tutto chino sui libri.
In altre parole, la Mastrocola è stata in grado di sottolineare sì la fatica che lo studio vero e proprio richiede, ma anche di descrivere la beatitudine che si può provare, assorti in un mondo parallelo di nuove scoperte.
Il problema, di fronte all’acqua e di fronte a una qualsiasi potenziale passione, è però sempre quello: tuffarsi. Ci si chiede davvero troppo, denuncia la scrittrice, quanto ciò che intraprendiamo sia utile: è proprio questa la causa del blocco. L’inutilità diventa così sinonimo di noia terribile e insulsa. Dimenticando, insomma, che le cose più belle nascono sempre dal piacere, dall’amor proprio fine a se stesso.


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Se non ci fossero – sarete tutti proprio d’accordo! – bisognerebbe subito invitarli: evviva!

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